mercoledì 2 marzo 2011

Un contributo dello scrittore Roberto Masiero



Cara Nadia,
con immenso piacere ho goduto la nascita del tuo romanzo-saggio (o saggio romanzo?). Ho ricominciato a rileggerlo per rendermi conto della forma compiuta. Per il momento, il pensiero che più mi batte in testa, e ha la forza di una lezione spontanea, è una constatazione che spero non ti appaia banale: per avere materia di scrivere infiniti  libri, e libri buoni, bastano le vite normali di ognuno, se si sa spremerne l’essenza, come quella di qualsiasi frutto. Proprio la tua scrittura mi ha messo su questa traccia: dai gesti abituali di gente comune emergono piccoli grandi eroi o personaggi  così impressionanti, a pensare che sono effettivamente esistiti; i tuoi racconti da cantastorie, mitici, volano nell’aria che profuma di cenere del camino, come cari estinti richiamati in vita, senza timore  per queste presenze che hanno bisogno di continuare a vivere, perché dalla loro sopravvivenza eterea eppure reale dipende non il loro, ma soprattutto il nostro senso della vita e la continuità dell’esistenza. 

Talvolta i gesti semplici e le parole secche di questo popolo estinto risuonano come provenienti da una tradizione antica, replicata per migliaia di anni e che per un maleficio pare essersi interrotta. Ma è solo una impressione passeggera, anche se è forte il rimpianto per non aver potuto vivere accanto a questa comunità che si è dissolta nella sorte che ci accomuna tutti: l’erosione inevitabile del tempo. In questo caso erosione franante, per causa di un destino mosso dalla provocazione di altri uomini insensibili. O forse tutto sarebbe accaduto comunque, per altre vie misteriose, perché la trasformazione, e nel contesto umano l’insoddisfazione che la provoca, sono probabilmente la  benzina che muove il motore del mondo e a volte contrappone uomini ad altri uomini per opposte ragioni, ma intenti esistenziali, ahimé non molto dissimili, anche se gli esiti sono spesso preoccupanti.
Dicevo che la materia per raccontare dipende da chi la usa e ne fa preziosità o la spreca: persino la descrizione di come si è costruita la stradina che porta al borgo, infinitesima notizia di fronte alle reboanti percussioni che ora fanno spettacolo, nella tua dimensione si evolve in narrazione di un evento eccezionale e, soprattutto, interessante. 

Dunque per le anime sensibili non sono necessarie le portate grasse di certa letteratura da spettacolo, ma la delicata offerta di erbe condite con affetto. Una letteratura da meditazione che conduce in un territorio di favola che mirabilmente riporta al nucleo dell’umanità, alle radici del bene comune che spesso, purtroppo, è valutato poco più che un cascame dell’economia, se si permette la “stravaganza” di appellarsi ad un progetto di felicità semplice e non utilitaristica o consumistica. 

Ti sei rifugiata in un territorio magico che non fa leva sulla cultura pietistica del buon contadino, che non è mai esistito se non in certa paccottiglia della memoria abusata del mondo rurale, e hai reclamato piuttosto la dignità di severi percorsi umani che meritano di essere evocati perché esemplari, ma soprattutto moderni, visto che si deve individuare un filo rosso dalle origini all’infinito futuro, per indirizzare questa bestia contraddittoria chiamata Uomo.
Cara amica, se l’epica battaglia per il borgo Breda è stata apparentemente perduta, ora hai messo a disposizione di tutti noi un altro strumento,  fissato sulle tue pagine, affinché questa sconfitta si tramuti in un invito e un monito a riflettere sull’avvenire che ci stiamo via via procurando.

Come sai, non sono in grado di giudicare il valore scientifico del tuo lavoro e la ricerca che è sottesa: istintivamente mi pare molto bello che il rigore dei fatti, la documentazione, possa poggiare su un impianto narrativo suggestivo e profondo.

Ti prego di accettare il mio ringraziamento per avermi coinvolto in questa tua esperienza fondamentale. Non mancare di farmi sapere quando farai qualche presentazione nella nostra zona.

Un abbraccio e complimenti.
Con ammirazione

Roberto

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