sabato 17 dicembre 2011

Bibo e la banda della superstrada Fenadora-Anzù a Vittorio Veneto

Venerdì 16 dicembre alla Biblioteca di Vittorio Veneto Nadia Breda e Matteo Melchiorre, autore de "La banca della superstrada Fenadora-Anzù (con vaneggiamenti sovversivi)", hanno affrontato in un affollato e partecipato incontro pubblico il tema della salvaguardia del paesaggio (o della terra? della cultura? dell'uomo?) veneto... per cominciare. Non ero presente, Nadia Breda mi ha fatto un resoconto della serata che si è rivelata veramente interessante, tanto da pensare di riproporla a Mestre a gennaio (nessuna data per ora).

mercoledì 14 dicembre 2011

Marco Paolini: "Niente di quello che abbiamo intorno è il futuro"

Pubblichiamo qui 11 anni dopo, l'intervento inedito di Marco Paolini alla Festa dei Palù, tenuta il 7 Ottobre 2000 a Levada di Godega di Sant'Urbano, sul luogo dove oggi è stato realizzato il casello di Levada della Autostrada A28.

Sono 12 minuti che lasciano il segno e che vi consigliamo di vedere e mettere in circolazione: vorremo dire profetici, pure se si capiva bene anche nel 2000 dove i nostri amministratori (sic!) stavano dirigendo questa povera regione e i suoi abitanti.

Nel suo intervento Marco Paolini ci racconta anche il governo del Veneto della Repubblica Serenissima, al quale proprio gli amministratori che più hanno responsabilità  nello scassamento di questo territorio si richiamano con i loro discorsi,  lontano però anni luce dal Veneto che questi ultimi hanno invece realmente prodotto.


Non è necessario essere candidi come colombe e astuti come serpenti per avere qualche dubbio in merito alle affermazioni del presidente della Regione Luca Zaia quando dichiara senza arrossire di essere il paladino della lotta contro la cementificazione del Veneto (http://www.youtube.com/watch?v=oo7Nv7rwYpc).

Eppure costoro hanno il coraggio di dire queste cose perchè sanno bene che mai nessun giornalista e praticamente nessun media locale/regionale/nazionale si sognerà di battere sulla loro spalla (come suggerisce Paolini nel video) e di chiedergli conto di quello che stanno affermando e facendo.

Buona visione!


mercoledì 7 dicembre 2011

The truth belongs to poetry. Considerazioni completamente a vanvera sulla poesia. di andrea zanchetta.

The truth belongs to poetry.

La verità appartiene alla poesia. Le mie considerazioni partono da
qui. Il verbo è sbagliato in italiano, perché appartenere non è
esatto. Anche attenere non è corretto. Quello più preciso è “belong
to”. Per amplificare le mie considerazioni, devo usare una parola
straniera. Non è detto che io la stia usando correttamente. La
costruzione grammaticale della frase nel titolo, potrebbe essere
sbagliata, ma nella mia testa è giusta. La verità appartiene alla
poesia. La poesia appartiene al poeta. Verità. Poesia. Poeta. Le frasi
precedenti non sono un sillogismo. La verità pertanto non appartiene
al poeta. Io credo si debba parlare di verità/poesia e di poesia/poeta
evitando di accoppiarle in modo sbagliato. La certezza che quello che
sto scrivendo sia esatto deriva solo dalla mia enorme presunzione.
L'opera dei poeti non è di testimonianza. Testimoniare è un verbo
collegato al tempo. La necessità di un prima ed un dopo costringerebbe
il poeta ad aspettare per potersi esprimere. Oppure costringerebbe il
poeta ad essere un profeta. Nulla di ciò è esatto. Il poeta non si
agita per “sbrigliarsi” dal tempo. La ricerca della parola esatta è
fondamento dell'azione del poeta. Ci va il tempo che ci va. La poesia
non è immagine. Come potrebbe essere interessante la ricerca delle
parole per descrivere quello che c'è già? La poesia possiede la
verità, senza custodirla. Nelle parole del poeta la verità si assorbe,
senza che il poeta ne sia l'artefice. Ci si ficca dentro come
l'umidità. Se la strizzi, la poesia si attorciglia e perde la forma.
Ed ammesso che tu riesca a strizzarla perderai sempre qualche goccia
di verità. È inevitabile. Tutto questo crea la poesia e come si vede
la poesia è creata con nulla. Pertanto la magia sta nel fatto che
conoscendo un poeta possiamo leggere la sua poesia, accorgendoci della
verità. Una grande fortuna. Per pochi.

andrea zanchetta

lunedì 5 dicembre 2011

altre parole e azioni canìba....l'inaugurazione della pedemontana.

La miglior risposta a queste imbecillerie e violenze è il video di Marco Paolini di 10 anni fa ( a breve on line, è stato reso pubblico alla serata alla Biblioteca di Dosson):

Paolini:.... niente di quello che vediamo intorno a noi è il futuro..... il nordest doveva creare qualcosa di molto bello, molto molto bello (come fece Venezia la ricchissima, secoli fa, con la sua ricchezza enorme di cui oggi ancora viviamo), e invece il Veneto produce solo cemento e nessuna cultura. Condita però da queste orribili, orribilissime parole... ( mentre i cittadini veneti dormono, dormono, dormono il sonno della ragione, sei sensi, del cuore, il sonno di tutto....)

dal sito della regione Veneto:

SUPERSTRADA PEDEMONTANA VENETA, POSA DELLA PRIMA PIETRA

Romano d’Ezzelino (Vicenza), 10 novembre 2011

"Se potessimo fare da soli, disponendo delle tasse che già paghiamo, il Veneto sarebbe molto migliore di quello che è. La Superstrada della quale oggi poniamo la prima pietra è, da questo punto di vista, esemplare. L’idea ha quasi un quarantennio di vita, ma la realizzazione parte oggi, dopo quasi un quindicennio di ordinaria burocrazia, a dispetto della valenza internazionale del tracciato. Ricordo che il Veneto è l’incrocio tra il Corridoio I e il Corridoio V, ed è quindi qui che si fa l’Europa che serve e che ci piace". Lo ha detto il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, in occasione del primo colpo di benna dato oggi, nel cantiere di Romano di Ezzelino, in provincia di Vicenza, alla realizzazione dall’arteria. "La situazione odierna del nostro Paese - ha aggiunto Zaia - ci dà la possibilità di essere un campo di prova per il futuro, dal punto di vista istituzionale e della coesione sociale. La Superstrada Pedemontana Veneta è una delle tante opere delle quali abbiamo bisogno per consolidare il nostro impegno allo sviluppo e il ruolo chiave in una economia internazionalizzata delle quale vogliamo essere protagonisti, forti della nostre capacità e del nostro storico ruolo di cerniera tra i popoli. Noi queste opere le vogliamo e dobbiamo fare, perché ragioniamo per le future generazioni, a partire da quelle di mitigazione del rischio idraulico del nostro territorio". "Per realizzarle servono soldi, molti soldi. Ci basterebbero in realtà gli euro delle nostre tasse. Ma facciamo parte di un sistema che si chiama Italia - ha ribadito Zaia - e dobbiamo concorrere con quote di solidarietà e sussidiarie a favore di quelli che hanno difficoltà a vivere, e che spesso sprecano. Allora per prima cosa eliminiamo gli sprechi. Poi costruiamo assieme le condizioni perché il nostro sistema sociale e imprenditoriale, e tutti coloro che vogliono fare la loro parte sul territorio e rimboccarsi le maniche, possano farlo per il bene comune. Noi siamo dalla loro parte e siamo stanchi di risposte da Roma che non arrivano".