Canìba Fast Food

«Invece i canìba rendono un mondo indistinto, tutto uguale. Non riconoscono perchè non conoscono più. E anche quando potrebbero non vogliono conoscere. Non vogliono sapere, non gli interessa. Non vogliono ricordare: non serve.  Tutto è uguale, immerso nello stesso grigio».




Notizie Agricole, Treviso, n°10 - Ottobre 2010





Carlo Costantini della Rete veneta dei comitati AltroVe, su CARTA Est/Nord, 08/02/2011

Gli affari delle grandi opere tra Galan e Zaia


Autostradalizzare. Il neologismo suona ostico, ma rende l'idea del progressivo dominio nel sistema viario regionale delle autostrade a pagamento. Uno straordinario dispositivo per il sistema politico-affaristico - ormai svelato nei suoi protagonisti in molteplici servizi giornalisti apparsi sulla stampa nazionale e locale - per fare affari, anche grazie alle opere di «contorno» alle autostrade come la logistica, la portualità, le grandi operazioni immobiliari. Che ne è di questo sistema, forgiato da Giancarlo Galan, ora che governa Luca Zaia?



Questo sistema è sorretto da tutti i grandi partiti: ruota da sempre attorno al Pdl [in particolare alla componente forzitalica che fa capo alla corrente Galan-Chisso-Lia Sartori], ma vede coinvolti settori del Pd [in particolare l'ex ministro e sindaco di Venezia e attuale presidente dell’autorità portuale Paolo Costa e l’onnipresente Lino Brentan, amministratore delegato della Venezia-Padova, nonché referente della Lega delle Cooperative] mentre solo più recentemente la Lega Nord sta tentando di entrarvi in forze.

Ciò che probabilmente differenzia le strategie delle diverse cordate politiche - e causa di potenziali tensioni in questa prima fase di riassetto degli equilibri regionali - è la strategia di governance delle autostrade, la «madre dei grandi affari» regionali : i «padani» - specie i «lumbard» anche se ancora non in modo chiaramente definito ed omogeneo - sembrano voler conseguire il controllo delle società autostradali attraverso gli enti pubblici [Regione, Province, fondazioni bancarie ecc.] di cui detengono i pacchetti azionari, sul modello della vecchia Dc.

Il Pdl invece - ovvero il trio Galan-Chisso-Lia Sartori - perseguono da tempo l’obiettivo della consegna dell’intero sistema ad un ben individuato raggruppamento di imprese che fa capo alla Mantovani Spa, il cui fatturato e l’utile operativo negli ultimi 10 anni è cresciuto enormemente grazie in particolare al controllo sul Consorzio Venezia Nuova e quindi alla costruzione del Mose [210 milioni nel 2005, 348 milioni l’esercizio successivo, 417 milioni con 13 milioni di profitti nel 2007, e via crescendo in modo esponenziale].

La Mantovani si è rivelata, negli ultimi dieci anni, come la promotrice dei grandi affari in ambito regionale e veneziano, garantendosi la copertura [o la non ostilità] dell’opposizione ex Ds. Sembra che la storia di ripeta: le inchieste sulla tangentopoli veneta degli anni '90 rivelarono i meccanismi di un sistema consolidato e consociativo che coinvolgevano Dc, Psi e Pci [quelle indagini si arenarono poi quando finirono alla procura della repubblica di Venezia per decorrenza dei termini e prescrizione].

Uno dei protagonisti di allora fu quel Piergiorgio Baita - poi divenuto amministratore delegato di Mantovani Spa - che in cambio dell’immunità svelò alcuni dei meccanismi della spartizione degli appalti, scaricando tutte le responsabilità sui politici. In pratica, emergeva la fisionomia di una vera e propria cupola politico-imprenditoriale che garantiva l’affidamento degli appalti alle imprese legate alla Dc e al Psi e alle cooperative «rosse» secondo quote proporzionali al peso elettorale dei partiti di riferimento.

Ora i grandi appalti vengono realizzati attraverso i «project financing» , cosi come i grandi affari immobiliari , da Verona Motor City a Veneto City, al Quadrante Tessera a molti altri meno noti. Sono frutto degli «accordi di programma» [e degli accordi privati] con cui vengono approvati i «progetti strategici» e, in generale, l’urbanistica «contrattata», il glimaldello introdotto con la legge urbanistica regionale n.11 /2004 che assegna alla giunta regionale il potere decisionale [ed in particolare al super-assessore alle infrastrutture Renato Chisso].

E’ chiaro quindi che se il Veneto è del tutto privo di strumenti di programmazione e pianificazione ciò non è dovuto né all’incapacità della giunta e del consiglio regionale né alla «filosofia» ultraliberista più volte esaltata da Galan: ciò dipende dal fatto che le scelte non si fanno nelle sedi pubbliche, ma in ristretti circoli.

Finite le divisioni «ideologiche» la spartizione non avviene più in maniera verticale [tre appalti/affari a me, due a lui, uno a te], ma orizzontale, ovvero attraverso la costituzione di società ad hoc o di Ati - associazione temporanea di imprese -, in cui è assegnata una quota azionaria secondo proporzioni costanti e predefinite, come accadeva ai tempi di Cremonese.

E’ evidente che questo metodo garantisce molto meglio il sistema, evitando la concorrenza di soggetti esterni e la necessità di bandire gare, consentendo - nel silenzio se non nel plauso pressochè generale del sistema politico, ma anche delle organizzazioni imprenditoriali e degli ordini professionali - di affidare le opere ai soliti noti.

Un censimento che stiamo avviando come AltroVe, la rete veneta dei comitati e associazioni, nell’ambito di una ricerca sulle infrastrutture, conferma la costante presenza di alcune società: innanzi tutto, la Mantovani Spa di Venezia [impresa di costruzioni specializzata nelle infrastrutture, in grande crescita nell’ultimo decennio dell’era Galan], quindi la Gemmo Impianti di Vicenza di quella Irene Gemmo che era stata nominata presidente della Veneto Sviluppo SpA, la finanziaria regionale vera è propria testa del ramificato sistema delle controllate regionali.

Ma a Galan & C. non era probabilmente sufficiente il rapporto privilegiato con le grandi imprese, ben sapendo che in caso di cambiamenti politici esse finirebbero per trovarsi nuovi interlocutori: era quindi necessario avere dei referenti fiduciari più diretti e interni alle società promotrici delle molteplici opere che, specie negli ultimi mesi prima delle elezioni regionali , quando ormai la ricandidatura dell’esponente pidiellino era messa in discussione, sono state approvate in un crescendo parossistico perfino a mandato ormai scaduto, fra le proteste dei leghisti.

Ciò spiegherebbe il motivo per cui una società nata dal nulla negli ultimi anni, Adria Infrastrutture SpA, sia onnipresente in tutti i grandi affari regionali. E come, più in generale, l’ex segretaria di Galan, Claudia Minutillo, chiamata la «dogessa» per i modi sbrigativi e lo stretto rapporto con il «doge»-governatore [ma anche con l’amico assessore Renato Chisso], dimessasi dalla Regione nel 2005, appena un anno dopo tornava da San Marino fresca di matrimonio con William Ambrogio Colombelli [un veneto divenuto console «a disposizione» della repubblica del Titano e come tale protetto da immunità diplomatica] con il quale gestisce alcune società, fra le quali sono la Finanziaria Infrastrutture S.A. [una delle 58 società finanziarie di diritto sanmarinese] e la BMC Broker.

I primi passi sono una serie di incarichi ed appalti affidati a quest’ultima dalla regione nel settore della convegnistica, del catering e della comunicazione. Ma ben presto l’ex dogessa si butta nel ben più grosso affare delle autostrade e dei project financing: viene costituita alla fine del 2006 la società Adria infrastrutture Spa, con capitale versato di 1.160.000 euro e socio di maggioranza [euro 707.600,00] la Mantovani Spa, mentre alla Minutillo è direttamente riconducibile la Investimenti S.r.l. [sede a Mestre] con una quota di 34.800,00 euro [3 per cento], società [di cui è socio unico] con capitale versato di appena 10 mila euro e con oggetto sociale «la realizzazione, progettazione, studio, organizzazione, direzione e gestione di costruzioni manufatti ed opere in genere sia private che pubbliche, in regime di concessione e di appalto…».

Baita comanda, ma Minutillo si è messa in scia, anzi le capacità manageriali e le competenze tecniche della Minutillo devono essere talmente elevate che è la potente Impresa Mantovani a non poter fare a meno di lei, tanto da nominarla «consigliere delegato» di Adria Infrastrutture; la Minutillo compare anche nei consigli di amministrazione di numerose altre società veneziane, sempre ricondicibili alla Mantovani Spa, tutte operanti con la pubblica amministrazione ed in particolare con la regione. Si tratta delle società promotrici dei project financing delle nuove autostrade, fra cui citiamo: Strada del mare S.p.a. con sede a Jesolo [VE], Pedemenontana Veneta società per azioni, con sede a Verona; Autostrada Nogara mare adriatico società consortile per azioni [in forma abbreviata Nogara-Mare], con sede a Verona; Newco Umberto Srl [in liquidazione], oltre che Thetis Spa ed Ales Spa riconducibili ancora al gruppo Mantovani.


La ex dogessa-segretaria compare contemporaneamente in una fitta rete di altre società nei campi più svariati, alcuni delle quali con sede nello stesso Ufficio di Mestre in cui ha sede Adria Infrastrutture: Veneto TLC. Srl, operante nel settore delle telecomunicazioni e telefonia; Veneto pass S.c.p.a., progettazione di software; Intecno S.c.a.r.l. [inattiva]; Nuova Fusina ingegneria S.c.a.r.l. [inattiva]; ecc...

E' facile supporre che la vera cassaforte delle svariate società e partecipazioni azionarie sia nella sanmarinese Finanziaria Infrastrutture S.A. al riparo da indagini dell’autorità giudiziaria e dal fisco italiano. Abbiamo letto lo stupore quasi ingenuo manifestato sui giornali da alcuni magistrati veneziani non certo di prima nomina che, a proposito dell’inchiesta che vede coinvolti un paio di tecnici della Provincia e alcune piccole-medie imprese, affermano essere il più grave episodio di corruzione-concussione ed appalti pilotati dopo il periodo di tangentopoli [si parla di cifre che mediamente non superano il milione di euro]: viene da chiedersi se nessuno di loro abbia mai trovato niente di strano nel fatto che un unico ristretto raggruppamento faccia man bassa di tutti i giganteschi appalti ed affari immobiliari veneziani e veneti per cifre che superano complessivamente le decine di miliardi.

Malgrado i contrasti che emergono dal territorio [è il caso del tracciato della TAV tra Mestre e le spiagge o le camionabili nella Riviera del Brenta], nel braccio di ferro tra il nuovo ed il vecchio potere regionale, tutto interno al centrodestra - essendo diviso ed ininfluente, quando non coinvolto, il Pd -, alla «Lega di lotta» viene sempre più sostituendosi la «Lega di governo». Si apre così uno spazio di azione per le forze che vogliano [e possano] ricostruire una credibile opposizione ed una proposta di governo alternativa.


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