sabato 4 febbraio 2012

UN GIALLO SULLE STRADE!!!!

Postiamo oggi un articolo importante degli amici di "PERALTRE STRADE" (che vi invito a frequentare),
che si oppongono al prolungamento dell' A27 oltre PIan di Vedoia
e a nuove strade in montagna.
Hanno ricostruito la "storia di vita"
di un pesonaggio (che conosciamo bene anche noi
nella storia dell'A28:
Bortolo Mainardi, commissario straordinario
per l'autorizzazione dell'A28... (BIBO alla pagine 140-141)?).

ed eccolo qui, a passare da oppositore a sostenitore di un'autostrada....

che cosa sarà successo?
confrontate le informazioni, leggete la
lettera di Bortolo Mainardi allora Sindaco di Lorenzago apparsa il 10 novembre del 1978 sul mensile “il Cadore”.
era il 1978!!!!
il Mainardi di quel tempo aveva quasi le mie idee di oggi,
la lettera è molto condivisibile... cosa è successo POI????
un caso davvero interessante...
un giallo da risolvere e su cui riflettere...

COSI’ VANNO LE COSE IN QUESTO PAESE

by redazione
Così sta scritto: “Per carità di Patria, non mi occupo in questa sede di coloro che stanno dietro l’operazione autostrada: scopriremo tante facce conosciute, i soliti noti che in questi 30 anni hanno attivamente collaborato perché i problemi reali della montagna non venissero affrontati e risolti, e ai quali oggi non par vero di compiere un’altra fuga in avanti rispetto ai problemi delle popolazioni interessate.
Alla gente interessa infatti sapere che rapporto c’è tra lo sfascio del sistema stradale e ferroviario del Bellunese e del Cadore e la ossessiva riproposizione dell’ormai vecchio ritornello dell’ autostrada Venezia–Monaco che, chissà come, risolverebbe – snodandosi tra le valli e sbucando sotto i passi – problemi che marciscono da decenni.”
“Parlare di cose concrete, di problemi veri e non di metafisica autostradale; questo vogliono i cittadini, i lavoratori, anche quelli disoccupati, intellettuali e non, per i quali si finisce per progettare ancora una volta l’eterna politica delle opere pubbliche. Da ultimo: ma perché, di fronte ai richiami al concreto (per esempio: c’è davvero bisogno di altre autostrade nel Veneto, dove di Km, autostradali ce n’è più che in altre regioni? non è una domanda oziosa, se si vuole operare in modo razionale) si preferisce cavarsela suonando la sirena del municipalismo e piangendo sul Veneto sfavorito e la Lombardia opulenta.
Mi chiedo spesso che cosa dovrebbero dire in questa chiave gli abitanti della Basilicata o dell’alto Sannio. Ma anche lì, come sappiamo, c’è chi ha voluto le superstrade e le autostrade, e perfino gli aeroporti abbandonati a tre-quarti dei lavori perché c’è troppo vento.”
Niente di nuovo. Gira e rigira i temi, i concetti importanti e attuali, sono sempre gli stessi: la crisi, la prepotenza dei poteri forti, la debolezza delle aree marginali, la fragilità dei territori. Tutto giusto: osservazioni condivisibili.
Ma questo testo, che potrebbe verosimilmente essere targato Peraltrestrade – il gruppo autonomo che da anni si batte contro il prolungamento dell’A27 oltre Pian di Vedoia – è invece estratto da una Lettera pubblicata nel novembre 1978 dal mensile “Il Cadore”, documento a firma dell’arch. Bortolo Mainardi, all’epoca sindaco di Lorenzago.
Un professionista che nel corso degli anni ne ha fatta di strada, e ne ha cambiato di posizioni (e di casacche…), fino a diventare uno dei maggiori fautori, nonché progettista, dello stesso prolungamento autostradale che allora contestava, già Commissario Straordinario per le Grandi Opere Strategiche del Nord-Est 2003-20006, e che oggi siede, evidentemente quale raro caso di invidiabile e poliedrica professionalità, sulle poltrone di Consigliere di Amministrazione Anas, di Commissario Straordinario per la TAV Venezia-Trieste e di membro delle Commissioni VIA e VAS del Ministero dell’Ambiente.
Una delle tante facce conosciute, dei soliti noti, uno di quelli che negli ultimi 30 anni hanno attivamente collaborato perché i problemi reali della montagna non venissero affrontati e risolti, e ai quali oggi non par vero di compiere un’altra fuga in avanti rispetto ai problemi delle popolazioni interessate.”
Così vanno le cose in questo Paese.
PER ALTRE STRADE DOLOMITI
Comitato Interregionale Carnia-Cadore
www.peraltrestrade.it
Di seguito la lettera di Bortolo Mainardi allora Sindaco di Lorenzago apparsa il 10 novembre del 1978 sul mensile “il Cadore”
L’Autostrada
L’opinione
del Sindaco di Lorenzago
Quello relativo alla questione dell’autostrada Venezia–Monaco è l’ennesimo caso di trasformismo italiano. Un problema reale – quello della viabilità e dei trasporti in un’ampia zona dell’Italia nord orientale – viene, infatti, trasformata da sapienti manipolatori, in un problema del tutto diverso, e vengono fatti intervenire, sul discorso e nella polemica, tutta una serie di luoghi comuni come la disoccupazione intellettuale, la crisi economica, l’europeismo, le lentezze dello stato burocratico, la volontà popolare e così via.
Intendiamoci, ciascuno di questi luoghi comuni nasconde un fato reale: è l’uso che se ne fa che risulta insopportabile.
Mi spiego meglio: quest’inverno una frana (non importa se di gravi o piccole dimensioni) indice la Ferrovia dello Stato a sospendere il traffico sul tratto terminale verso Calalzo. Le proteste sono poche, e significativamente vengono dai Consiglio Comunali di paesi, come Calalzo e Lorenzago che vivono anche, e soprattutto di turismo. Ebbene, sullo stesso periodo si assiste ad un spettacolare rilancio della Venezia-Monaco, con relativa proposta di Legge di iniziativa popolare per il completamento di questa poderosa arteria, che dovrebbe rivitalizzare e far diventare europee Costalta e Grea, Cadola e Lozzo.
Per carità di Patria, non mi occupo in questa sede di coloro che stanno dietro l’operazione autostrada: scopriremo tante facce conosciute, i soliti noti che in questi 30 anni hanno attivamente collaborato perché i problemi reali della montagna non venissero affrontati e risolti, e ai quali oggi non par vero di compiere un’altra fuga in avanti rispetto ai problemi delle popolazioni interessate.
Alla gente interessa infatti sapere che rapporto c’è tra lo sfascio del sistema stradale e ferroviario del Bellunese e del Cadore e la ossessiva riproposizione dell’ormai vecchio ritornello dell’autostrada Venezia–Monaco che,chissà come, risolverebbe – snodandosi tra le valli e sbucando sotto i passi – problemi che marciscono da decenni.
Ma, su questo rapporto non si dice nulla, l’iniziativa popolare, la si sollecita per collegare Monaco a Venezia (e qui, si mettono in campo perfino la storia, le leggende, le bugie sui trovati finanziatori senza interessi, e così via), ma non per imporre allo stato il rispetto per gli impegni presi, il completamento di essenziali lavori sulla statale 51, la riattivazione e il potenziamento di una ferrovia che, nel passato, rappresentò un’opera audace per progettazione e tecnologia e,ancor oggi, risulta uno tra i pochi elementi che collegano zone altrimenti abituate all’emarginazione.
Parlare di cose concrete, di problemi veri e non di metafisica autostradale; questo vogliono i cittadini, i lavoratori, anche quelli disoccupati, intellettuali e non, per i quali si finisce per progettare ancora una volta l’eterna politica delle opere pubbliche.
Da ultimo: ma perché, di fronte ai richiami al concreto (per esempio: c’è davvero bisogno di altre autostrade nel Veneto, dove di Km, autostradali ce n’è più che in altre regioni? non è una domanda oziosa, se si vuole operare in modo razionale) si preferisce cavarsela suonando la sirena del municipalismo e piangendo sul Veneto sfavorito e la Lombardia opulenta.
Mi chiedo spesso che cosa dovrebbero dire in questa chiave gli abitanti della Basilicata o dell’alto Sannio. Ma anche lì, come sappiamo, c’è chi ha voluto le superstrade e le autostrade, e perfino gli aeroporti abbandonati a tre-quarti dei lavori perché c’è troppo vento.
BORTOLO MAINARDI

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